domenica 15 marzo 2009

Il topo dei fumetti (di Gianni Rodari)



Un topolino dei fumetti, stanco di abitare tra le pagine di un giornale e desideroso di cambiare il sapore della carne con quello del formaggio, spiccò un bel salto e si trovò nel mondo dei topi di carta e d'ossa.
"Squash!" esclamò subito, sentendo odor di gatto.
"Come ha detto?" bisbigliarono gli altri topi, messi in soggezione da quella strana parola.
"Sploom, bang, gulp!" disse il topolino, che parlava solo la lingua dei fumetti.
"Dev'essere turco," osservò un vecchio topo di bastimento, che prima di andare in pensione era stato in servizio nel Mediterraneo. E si provò a rivolgergli la parola in turco. Il topolino lo guardò con meraviglia e disse:
"Ziip, fiish, bronk".
"Non è turco", concluse il topo navigatore.
"Allora cos'è?"
"Vattelapesca".
Così lo chiamarono Vattelapesca e lo tennero un po' come lo scemo del villaggio.
"Vattelapesca", gli domandavano, "ti piace di più il parmigiano o il groviera?"
"Spliiit, grong, ziziziir", rispondeva il topo dei fumetti.
"Buona notte", ridevano gli altri. I più piccoli, poi, gli tiravano la coda apposta per sentirlo protestare in quella buffa maniera: "Zoong, splash, squarr!"
Una volta andarono a caccia in un mulino, pieno di sacchi di farina bianca e gialla. I topi affondarono i denti in quella manna e masticavano a cottimo, facendo: crik, crik, crik, come tutti i topi quando masticano. Ma il topo dei fumetti faceva: "Crek, screk, schererek".
"Impara almeno a mangiare come le persone educate", borbottò il topo navigatore.
"Se fossimo su un bastimento saresti già stato buttato a mare. Ti rendi conto o no che fai un rumore disgustoso?"
"Crengh", disse il topo dei fumetti, e tornò a infilarsi in un sacco di granturco.
Il navigatore, allora, fece un segno agli altri, e quatti quatti se la filarono, abbandonando lo straniero al suo destino, sicuri che non avrebbe mai ritrovato la strada di casa.
Per un po' il topolino continuò a masticare. Quando finalmente si accorse di essere rimasto solo, era già troppo buio per cercare la strada e decise di passare la notte al mulino. Stava per addormentarsi, quand'ecco nel buio accendersi due semafori gialli, ecco il fruscio sinistro di quattro zampe il cacciatore. Un gatto!
"Squash!" disse il topolino, con un brivido.
"Gragrragnau!" rispose il gatto. Cielo, era un gatto dei fumetti! La trivù dei gatti veri lo aveva cacciato perchè non riusciva a fare miao come si deve.
I due derelitti si abbracciarono, giurandosi eterna amicizia e passarono tutta la notte a conversare nella strana lingua dei fumetti. Si capivano a meraviglia.

1 commento:

  1. COMUNITA’ VOLONTARI PER IL MONDO in collaborazione con EX-IRRE ABRUZZO

    presenta

    VIII CONVEGNO REGIONALE
    DI EDUCAZIONE INTERCULTURALE

    “Quale educazione nella scuola multietnica?”

    Venerdì 22 Ottobre 2010 ore 15.30 Sala Convegni “Carichieti” Chieti Scalo

    I processi migratori e la conseguente necessità di trovare nuove forme di convivenza, destinati tra l'altro ad accrescersi perché legati a profondi sommovimenti che attraversano, scompongono e ricompongono popoli, culture e stati, rivelano concretamente lo spessore dei problemi attuali e le gravi ingiustizie di cui sono spesso espressione; essi sollecitano intelligenza ed equilibrio per una loro risoluzione, coerente con la sempre più diffusa dottrina dei diritti umani. A quest'ultima occorre riferirsi, per elaborare una cultura dell'accoglienza che superi la logica assistenzialistica. Le nuove generazioni maturano e studiano in questo nuovo clima. Il cambiamento, quindi, investe i contenuti da insegnare e i quadri di riferimento con cui interpretarli e trasmetterli. La scuola, importante punto di riferimento e al tempo stesso crocevia di problemi nella società, è chiamata in causa sia come ambiente direttamente investito da questi problemi, sia come fattore strategico capace di affrontarli e di concorrere a risolverli in termini di consapevolezza critica e di formazione delle coscienze. Si chiede alla scuola di assumere la dimensione del sempre più stretto intrecciarsi e condizionarsi a vicenda dei problemi relativi al mondo naturale ed al mondo dell'uomo e di fornire strumenti conoscitivi adeguati. Si chiede in particolare alla scuola di dotare le nuove generazioni di strumenti per combattere, sul piano intellettuale, culturale, etico, religioso e psicologico, quegli stereotipi che esasperano i conflitti ed allontanano le speranze di pace. La necessità di svolgere questo seminario nasce dalla constatazione che la complessità dell'attuale società si riflette sempre più nella scuola, ormai multietnica e multiculturale. Per offrire alcune risposte ai molteplici bisogni che i cambiamenti di oggi richiedono, CVM intende presentare al convegno una diversità di voci, convergenti a sostenere la formazione dei docenti nelle nuove pratiche didattiche interattive e di marca costruttivista. In questa cornice generale, CVM reputa importante lavorare sulla sfera affettiva e cognitiva degli allievi, nella convinzione che gli utenti della nuova classe sono sia immigrati che autoctoni .Valorizzando l'autobiografia e la narrazione si offre agli uni e agli altri strumenti di lettura di una realtà di cui essi stessi sono soggetti attivi e partecipativi. Lavorando sui curriculi e sui nuovi saperi ci si muove in una nuova cultura in grado di progettare una società che nel presente è ancora multiculturale ma che in un prossimo futuro deve diventare interculturale. Si parte dal proprio vissuto, dall' "Agito", per arrivare alla gestione del nuovo: il filone narrativo e quello del problem solving, che offre i nuovi saperi, devono entrambi fornire momenti di riflessione ai docenti della scuola del terzo millennio.

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